- 1 Ipertensione in gravidanza
- 2 I diversi tipi di ipertensione in gravidanza
- 3 Ipotensione in gravidanza
- 4 Raccomandazioni per l'ipotensione
Una delle costanti in tutte le visite mediche previste per le donne in stato di gravidanza è, oltre al controllo del peso anche quello della pressione arteriosa. Fin dall’inizio della gestazione è importante rilevare possibili variazioni dei valori normali della pressione sanguigna.
Teoricamente, le donne dovrebbero conoscere la loro pressione arteriosa prima di rimanere incinte, se, cioè, i valori sono normali oppure si ha una tendenza alla pressione bassa piuttosto che alta.
Nelle prime 12 settimane della gravidanza, la pressione tende a scendere leggermente a causa dei cambiamenti fisiologici che avvengono nell’organismo della donna, dato che il sistema circolatorio deve abituarsi alla presenza di un maggior volume di sangue che circola nelle arterie. Ma intorno al quarto mese di gravidanza, la pressione aumenta fino a raggiungere negli ultimi tre mesi i valori che si registravano prima della gestazione.
Lo stato di gravidanza può, comunque, provocare l’insorgere di problemi collegati alla pressione arteriosa creando condizioni di ipertensione o ipotensione.
Ipertensione in gravidanza
La forza esercitata dal sangue contro le pareti dei vasi sanguigni che trasportano il flusso di sangue ricco di ossigeno in tutto l’organismo, è conosciuta come pressione sanguigna.
Quando questa si alza più del normale, è definita ipertensione arteriosa, condizione che può essere preesistente oppure innescarsi proprio durante lo stato di gravidanza. Circa l‘8% delle donne soffre di ipertensione durante la gravidanza.
Oggi è possibile trattare la pressione alta durante la gravidanza con cure e controlli appropriati in funzione dei possibili e diversi tipi di ipertensione che colpiscono una donna incinta.
Ad ogni visita prenatale, il ginecologo provvede ad effettuare la misurazione della pressione del sangue alla mamma in attesa, utilizzando lo sfigmomanometro manuale, apparecchio per misurare la pressione dotato di un apposito bracciale gonfiabile che viene posizionato nel braccio, avvolgendolo nella parte superiore dell’arto della paziente.
La lettura della misurazione della pressione arteriosa prevede due valori che vengono espressi attraverso numeri: il primo numero che è anche superiore rappresenta la pressione sistolica (pressione alta), il secondo, inferiore, la pressione diastolica (pressione bassa).
Quando il valore della pressione sistolica è pari o superiore a 140 mm. Hg. e quello della diastolica raggiunge i 90 mm. Hg. e oltre, la paziente è in una condizione di ipertensione.
Considerando che la pressione arteriosa modifica i suoi valori moltissime volte nel corso delle 24 ore che costituiscono la giornata, i medici tendono a ripetere la misurazione più volte per determinare se realmente la donna è in una condizione di ipertensione così da essere tenuta sotto controllo per evitare che sia lei che il feto possano correre rischi durante la gravidanza.
I diversi tipi di ipertensione in gravidanza
Ben 4 le principali forme di ipertensione che possono colpire durante la gravidanza una donna
Ipertensione gestazionale
Conosciuta anche con il nome di ipertensione transitoria è un tipo di pressione alta indotta specificatamente dallo stato di gravidanza.
Normalmente tende a comparire dopo la ventesima settimana e scompare subito dopo il parto. Le donne con questo tipo di ipertensione non hanno proteine nelle urine e, parte di loro sviluppa la pre-eclampsia in una fase successiva alla gravidanza. Se l’ipertensione gestazionale appare nelle prime 30 settimane la possibilità di sviluppare la pre-eclampsia è del 50%.
Generalmente è moderata, nel caso l’ipertensione gestazionale si verifichi dopo 36 settimane.
Pre-eclampsia
Il 15% delle donne in gravidanza sono colpite da questa forma di ipertensione e se viene diagnosticata precocemente consente di essere tenuta sotto controllo e ridurre al minimo i rischi per la mamma e il nascituro. Di solito appare dopo venti settimane per scomparire subito dopo il parto. Nei casi più gravi può condurre all’eclampsia quando l’ipertensione è accompagnata da convulsioni e/o da coma.
Questo disturbo è caratterizzato da un aumento della pressione arteriosa provocato dalla gravidanza e dalla presenza di proteine nelle urine.
Ipertensione cronica
Questo stato si verifica quando la madre soffre di ipertensione già da prima della gravidanza oppure questa viene rilevata nelle prime 20 settimane di gestazione.
Essendo cronica, questo tipo di ipertensione non scompare con il parto. Nel 90% dei casi, l’ipertensione cronica ha cause sconosciute e solo nel 10% delle pazienti risulta essere secondaria rispetto ad altre malattie come il diabete, l’insufficienza dell’apparato renale e patologie collegate a problemi cardiovascolari.
Ipertensione cronica con pre-eclampsia
Approsimatiamente il 25% delle donne con ipertensione cronica sviluppa anche una condizione di pre-eclampsia. Si presenta producendo un’elevata pressione alta accompagnata da acido urico nel sangue. E’ una condizione rischiosa in quanto può provocare danni renali e al fegato oltre a convulsioni e coma.
Ipotensione in gravidanza
La pressione bassa durante la gravidanza è un sintomo comune che, normalmente, si manifesta solo nel corso delle prime settimane di gestazione e, raramente, per l’intera gravidanza.
Gli effetti di questo stato di bassa pressione provocano nella mamma in attesa lievi capogiri, che nei casi più gravi si trasformano in vertigini che possono degenerare in improvvisi svenimenti con la conseguenza di una probabile caduta per terra, pericolosa per la mamma e il nascituro.
Di per sé, la bassa pressione in gravidanza non è una condizione di salute rischiosa come, invece, accade per l’ipertensione.
I sintomi più comuni della pressione bassa in gravidanza sono:
- Vertigini e svenimenti
- Sensazione di debolezza negli arti inferiori
- Sonnolenza
- Senso di affaticamento
- Lievi sintomi depressivi
- Difficoltà di concentrazione
- Vista offuscata occasionalmente
Sono tutti sintomi che non comportano alcun rischio per la mamma in attesa e per il nascituro, ad eccezione delle possibili conseguenze dello svenimento di cui abbiamo già parlato sopra.
Raccomandazioni per l’ipotensione
Fortunatamente è possibile affrontare una condizione di pressione bassa evitando l’uso di farmaci sconsigliati in gravidanza. Per ridurre il più possibile i sintomi della ipotensione durante il periodo della gestazione ecco alcuni consigli da seguire:
- Effettuare movimenti lenti per evitare l’insorgere di vertigini. Alzarsi, quindi, tranquillamente e lentamente, dal letto prima di sollevarsi in piedi.
- Bere molta acqua per assumere le sostanze minerali che aiutano a controllare la pressione e a sentirsi meglio. Fare in modo di mantenere sempre l’idratazione dell’organismo dato che una delle cause della pressione bassa è proprio la disidratazione.
- Seguire una dieta sana ed equilibrata, con brevi e frequenti pasti, da effettuare 5 – 6 volte al giorno così da mantenere l’energia necessaria per affrontare le attività di routine nel corso dell’intera giornata
- Fare esercizio fisico per mantenere sempre attiva la circolazione sanguigna, praticando attività come lo yoga, il nuoto o semplicemente camminando.