Mentre scorre il sangue esercita la sua forza contro le pareti dei vasi sanguigni. L’intensità di questa forza corrisponde al valore della pressione del sangue. Se questa è troppo alta, mette a dura prova le arterie e lo stesso cuore con il rischio di provocare infarti e ictus.
La rilevazione avviene utilizzando come unità di misura i millimetri di mercurio (mm. Hg.) ed espressa attraverso due valori numerici. Se la misurazione rileva 120/80 mm. Hg. significa che la pressione sanguigna è “di 120 su 80”.
Il secondo, il valore più basso, corrisponde alla pressione diastolica e viene misurato mentre il cuore è rilassato, tra un battito e l’altro.
Per mantenere bassa la pressione arteriosa è importante prestare la massima attenzione alla dieta alimentare evitando drasticamente o riducendo notevolmente il consumo di:
- Fruttosio e zuccheri
- Sale
- Birra
- Olio di girasole
- Olio di mais
Fare esercizio fisico predisponendo un buon programma di attività aerobica quotidiana, regolare e costante, per almeno 30 minuti al giorno, da suddividere, volendo, anche in più fasi durante le 24 ore.
E’ inoltre opportuno normalizzare i livelli di vitamina D, essenziale per il cuore e la circolazione, magari esponendosi al sole quando è possibile farlo e ridurre drasticamente lo stress e le cause che lo provocano.
La carenza di vitamina D è correlata alla rigidità delle arterie, causa dell’aumento della pressione sanguigna. Inoltre, l’assenza della luce solare riduce lo stoccaggio di vitamina D nell’organismo umano, facendo aumentare la produzione dell’ormone paratiroideo, che, a sua volta, è una delle cause della ipertensione.
A questo livello, meglio ancora se inferiore, il rischio di contrarre malattie cardiache e ictus è estremamente basso.
Se la pressione del sangue è ottimale, significa che i suoi valori sono normali.
Nel caso, tra i più frequenti, di avere valori della pressione compresi tra 120/80 mm. Hg e 140/90 mm. Hg., dal momento che una lettura di questo tipo indica un soggetto con una pressione arteriosa più elevata del normale ma ancora inferiore rispetto ai valori dell’ipertensione, il rischio di contrarre malattie cardiovascolari pur non essendo alto è comunque presente.
In questo caso è opportuno, comunque, provvedere a fare scendere la pressione per riportarla ai valori normali.
Questa condizione mette a dura prova il proprio cuore costretto a pompare il sangue nelle arterie con maggiore fatica. Nel corso del tempo questa sollecitazione comporta il rischio di infarto e ictus.
L’ipertensione, tra l’altro, può anche causare malattie cardiache e renali oltre ad essere collegata all’insorgere di forme di demenza.
Occasionalmente ci sono soggetti, che a fronte di valori elevati della pressione arteriosa dichiarano di soffrire di emicrania. In ogni caso, solo una diagnosi medica può determinare o meno la presenza di una condizione di ipertensione.
- alimentazione con eccessivo uso di sale
- alimentazione con scarsa assunzione di frutta e verdura
- assenza di attività fisica
- condizione di sovrappeso
- assunzione di dosi eccessive di alcool
- fumo da sigarette
Esistono poi una serie di fattori scatenanti l’ipertensione indipendenti dalla volontà e dallo stile di vita dei soggetti.
Ecco quelli essenziali:
Età
Con l’avanzare degli anni e uno stile di vita non salutare la pressione sanguigna tende ad aumentare.
Origine etnica
I soggetti afro caraibici e dell’Asia meridionale, più di altre etnie soffrono di ipertensione.
Storia famigliare
Si è soggetti a rischio se in famiglia ci sono membri che hanno sofferto o soffrono di ipertensione
La pressione alta può anche essere la conseguenza di altre patologie come, ad esempio, l’insufficienza renale.
In questi casi, i trattamenti farmacologici permettono l’abbassamento della pressione fino al raggiungimento dei suoi valori normali.
Conseguenza inevitabile è il danneggiamento dei vasi sanguigni ed ecco perchè è essenziale tenere sotto controllo la pressione sanguigna misurandola regolarmente e periodicamente per verificarne la normalità o meno dei valori.
L’ipertensione arteriosa può determinare seri problemi di salute quali:
- Cuore: infarti e insufficienza cardiaca
- Cervello: ictus e alcune forme di demenza
- Reni: malattie di vario genere
- Arti inferiori: varici e tromboflebiti
Se si soffre di diabete o si registra un valore alto di colesterolo i rischi sulla salute aumentano ulteriormente.
Infatti, si verifica una condizione di pressione arteriosa bassa quando, a seguito della misurazione, si ottengono valori pari o inferiori a 90/60 mm. Hg.
Può anche capitare di trovarsi in una fase di pressione arteriosa bassa a causa dell’effetto collaterale provocato dell’assunzione di determinati farmaci.
In linea di massima la ipotensione è una situazione ottimale in quanto riduce al minimo i rischi di ictus e di malattie cardiache; si verificano, però, situazioni in cui questa può causare dei problemi di vertigini e svenimento, situazione che se si verifica è importante rivolgersi al proprio medico informandolo sull’accaduto.
Normalmente i soggetti che soffrono di pressione bassa non hanno bisogno di cure, in quanto la loro è una condizione naturale del proprio stato fisico.
Per altri, invece, se le cause sono di genere diverso, si cerca di determinare il problema provvedendo ad eseguire una terapia in grado di alzare i valori della pressione avvicinandoli il più possibile a quelli normali.
- vertigini e nausea
- visione offuscata
- sensazione di una debolezza generale
- stato confusionale
- perdita temporanea di coscienza e relativo svenimento
Questi eventi si manifestano solo quando ci si alza in piedi, oppure si cambia rapidamente la posizione da sdraiato a seduto o a seguito di un periodo di inattività oppure, viceversa, di esercizio fisico.
Altre cause possono essere determinate da:
- Assunzione di farmaci che abbasano la pressione del sangue
- Diabete
- Condizioni neurologiche come il morbo di Parkinson
- Problemi con le ghiandole surrenali con scarsa produzione dell’ormone aldosterone
Se, invece, la causa è dovuta all’insufficienza della ghiandola surrenale, potrebbe essere necessaria una terapia ormonale.
In caso di problemi collegati al sistema nervoso, si provvederà alla somministrazione di farmaci necessari per la sua stimolazione.
In alcuni casi, la cura più opportuna potrebbe essere rappresentata dall’indossare calze elastiche compressive.
Naturalmente la terapia varia da soggetto a soggetto e, soprattutto, viene determinata in funzione della causa che provoca la condizione l’ipotensione.
La pressione diastolica, ovvero il valore minore, corrisponde, invece, al momento in cui il cuore è a riposo, tra un battito e l’altro.
Una pressione di 160 su 80 mm. Hg. comporta rischi maggiori di una pressione di 150 su 90 mm. Hg.
Tuttavia ci sono alcune circostanze in cui il valore della pressione diastolica assume maggiore importanza rispetto a quello della sistolica.
Ad esempio alcuni studi medici e ricercatori sostengono che per i soggetti di età inferiore ai 40 anni il valore della pressione diastolica è determinante per valutare il possibile rischio di infarto o ictus.
Altri studi hanno dimostrato anche che, ad esempio, con una pressione arteriosa di 180 su 130 mm. Hg. si hanno rischi più elevati rispetto a valori come 180 su 100 mm Hg.
In ogni caso, per i soggetti al di sopra dei 40 anni il valore essenziale da tenere sotto osservazione è quello della pressione sistolica, ovvero il più alto.
Nel caso poi, ad essere elevato sia solo il primo valore, la pressione sistolica, mentre il secondo, ovvero la pressione diastolica, è normale, si è di fronte a uno stato di ipertensione sistolica isolata, condizione comune nella popolazione adulta di età avanzata.
E’ necessario attendere che i farmaci agiscano e il loro effetto non è immediato.
Infatti gli effetti dei farmaci per curare l’ipertensione non sono a rilascio immediato in quanto hanno necessità di tempo per essere assorbiti dall’organismo.
Ci sono comunque dei fattori che determinano il possibile mancato abbassamento della pressione alta:
Inadeguatezza della terapia
Possibilità di farmaco non adatto o somministrato in dosi troppo minime
Misurazione scorretta della pressione
Possibile procedura errata nel misurare la pressione con il misuratore digitale della pressione con conseguente lettura di valori errati.
Inosservanza della terapia
Mancata osservanza da parte del paziente delle regole da seguire per rendere efficace la terapia : dieta alimentare, attività fisica, mancata assunzione dei farmaci, ecc.
Per la maggiore parte degli individui, quindi, non esiste una cura che consenta di eliminare il problema dell’ipertensione ma hanno a disposizione la concreta opportunità di abbassare la pressione sanguigna attraverso l’uso di appositi farmaci e l’adozione di un corretto stile di vita.
Se si riesce, così, ad abbassare i valori eccessivi della pressione, il rischio di sviluppare un ictus o un attacco cardiaco si riduce notevolmente.
- analisi del sangue e delle urine
- elettrocardiogramma (ECG)
Nei casi più gravi potrebbe anche essere opportuno effettuare il monitoraggio della pressione arteriosa per 24 ore, attività che viene effettuata con l’ausilio di un apposito misuratore di pressione posizionato sul corpo del paziente in modo che, a intervalli regolari, automaticamente, nel corso del giorno e della notte, possano essere rilevati e memorizzati i valori della pressione per poi essere letti e interpretati sul computer dal medico curante.
Ecco alcune regole inderogabili per seguire un corretto stile di vita:
Mangiare limitando l’uso del sale in quanto questo aumenta la pressione sanguigna e, nei casi più leggeri, la sua riduzione contribuisce a riportare alla normalità i valori della pressione. La maggiore parte del sale che consumiamo non è quello che aggiungiamo noi stessi al cibo, bensì quello presente nel pane, nei cereali per la colazione, nei piatti già pronti acquistati al supermercato, ecc. Non aggiungere, quindi, il sale al cibo in fase di cottura o a tavola e fare attenzione a scegliere sempre prodotti confezionati o già pronti sulla cui etichetta sia riportato un basso valore di presenza di sale.
Mangiare più frutta e verdura è importantissimo per abbassare la pressione arteriosa. Si dovrebbero assumere almeno 5 porzioni al giorno da 8o grammi ciascuna di questi preziosi alimenti. Fare comunque attenzione alla presenza di sale, zucchero o grassi aggiunti.
Mantenere la linea, perdendo il peso in eccesso, se è necessario, in modo da ridurre la pressione sanguigna e il conseguente rischio di problemi di salute. Ideale allo scopo l’attività fisica oltre a seguire una specifica dieta a basso contenuto di grassi e ipocalorica.
Bere meno alcol nel caso se ne assuma troppo e in quantità eccessiva cercando di non superare dosi quali, ad esempio, due bicchieri di vino al giorno. Rispettando i limiti raccomandati si dovrebbe riuscire a mantenere la pressione ai valori normali.
Svolgere attività fisica ogni giorno per 30 minuti permette di mantenere il cuore sano e di abbassare la pressione sanguigna. Ottima un passeggiata a piedi a passo sostenuto oppure una pedalata in bicicletta o magari una bella nuotata in piscina o al mare.
La causa è determinata dal rilascio di ormoni che aumentano la pressione sanguigna, favoriscono una maggiore aggregabilità piastrinica con la conseguenza di possibili trombosi e frenano l’attività fibrinolitica indispensabile per evitare la formazione di coaguli all’interno dei vasi sanguigni.
Ecco perché è essenziale assumere i farmaci per tenere sotto controllo la pressione arteriosa al mattino, così da contrastare i possibili effetti del rilascio degli ormoni.
Proprio a causa dell’aumento dei rischi cardiovascolari, chi soffre di ipertensione è preferibile che eviti nelle prime ore del mattino di svolgere attività motoria e fisica.
Per quanto l’attenzione ai fini di possibili patologie e problemi di salute si concentri maggiormente sul primo valore,(pressione sistolica), non è da sottovalutare quello della pressione diastolica in quanto se eccessivamente alto è indice di un possibile rischio di aneurisma dell’aorta addominale. Altra possibile patologia pericolosa in presenza di valori alti della pressione minima è l’insufficienza renale in quanto i danni ai vasi sanguigni provocano una riduzione della fornitura di ossigeno e delle sostanze nutritive ai nefroni dei reni.
Due i fattori che possono determinare l’aumento della pressione diastolica:
- Consistente incremento del volume di sangue che circola nelle arterie
- Vasi sanguigni intasati, stretti o rigidi.
Le cause che determinano una pressione minima alta sono diverse e, tra queste, le più importanti sono:
Obesità
Il grasso in eccesso si deposita nelle arterie provocandone il restringimento
Alimentazone
Eccessivo consumo di farinacei e cereali nella dieta giornaliera (pizza, pane, pasta, farro, mais, riso, ecc.)
Alcol e fumo di sigarette
Le bevande alcoliche che hanno molte calorie indirettamente agiscono anche sui valori della pressione minima.
E’ una situazione che secondo i medici non deve destare preoccupazione, anzi una leggera ipotensione è un indice positivo in quanto preserva dai rischi di malattie cardiovascolari.
Tra l’altro l’organismo, in maniera del tutto naturale, a fronte di valori più bassi della pressione arteriosa riesce comunque ad attivarsi per apportare il sangue necessario al funzionamento degli organi.
La pressione minima bassa coinvolge principalmente:
- adolescenti
- donne giovani e magre
- donne in gravidanza
- soggetti con disturbi dell’alimentazione (anoressia e bulimia)
- anziani di corporatura snella
Ad influire sulla pressione minima bassa è anche il clima. Il caldo infatti favorisce l’abbassamento della pressione arteriosa.
Le cause possono essere di diversa natura, tra cui:
- Tiroide
- Anemia da ferro
- Carenza vitamina B12
- Disidratazione
- Emoragie
- Infezioni
Anche il colesterolo è un fattore di rischio che può provocare le medesime patologie dell’ipertensione. E’ evidente, quindi, che uno stato di pressione alta associato ad una elevata presenza di colesterolo nel sangue, determina una condizione di rischio molto alta, ben superiore al livello di guardia.
Ed è per questo motivo che, soprattutto se sono coinvolti pazienti fumatori, inattivi o sovrappeso, i medici richiedono una analisi del sangue per conoscere i valori del colesterolo.
L’ipertensione, in questo caso, può essere trattata con successo con cambiamenti dello stile di vita e con un’alimentazione sana e corretta oltre che con l’attività fisica.
Esistono anche farmaci che possono essere assunti senza che provochino eventuali problemi al nascituro o alla mamma. Se la pressione alta si sviluppa proprio durante la gravidanza, in linea di massima questa tornerà ai valori precedenti subito dopo il parto. In alcuni casi, l’ipertensione fa la sua comparsa nel periodo dell’allattamento e può proseguire per alcune settimane fino a ritornare ai consueti valori.
Se si soffre di pressione alta e si desidera avere un bambino è consigliabile parlarne con i medico in modo da valutare i possibili rischi nell’affrontare una gravidanza.
A livello farmacologico, infatti, non è possibile intervenire in caso di gravidanza, in quanto farmaci come gli ACE inibitori e i bloccanti del recettore dell’angiotensina possono provocare problemi per la crescita del feto.
Anche ai fini dell’allattamento, per quanto la maggiore parte dei farmaci per la pressione alta siano ritenuti sicuri da assumere durante questa fase, molti medici cercano, comunque, di evitarli per maggiore sicurezza.
Tra l’altro un beta-bloccante, l’artenolo, è dimostrato, invece, che lascia tracce nel latte materno e per questo motivo non può essere somministrato alle mamme ipertese che allattano i loro bambini.
Si tratta di una condizione naturale causata dalla stessa gravidanza. Infatti mentre il sangue scorre oltre che nell’organismo della donna anche nel feto, il sistema circolatorio è costretto a funzionare più rapidamente per soddisfare i bisogni del bambino. Questo determina l’abbassamento della pressione sanguigna. Non appena l’organismo della donna in gravidanza si stabilizza e si adatta a questa nuova situazione, l’ipotensione diminuisce.
Un’altra causa della possibile pressione bassa è dovuta alla pressione esercitata dall’utero sull’aorta. Quindi, i ginecologi consigliano alla donna in gravidanza di non dormire sulla schiena bensì reclinata sul lato sinistro.
Lo stato di ipotensione nella donna in gravidanza si manifesta attraverso sintomi quali le vertigini che possono accompagnare la donna per l’intero arco della giornata, oppure la mancanza di concentrazione e anche una certa difficoltà visiva.
E’ stato accertato che i soggetti non di origine africana, ottengono migliori risposte con farmaci ACE inibitori e con i bloccanti dei recettori dell’angiotensina.
Invece, le persone di etnia africana e gli anziani di qualsiasi gruppo etnico trovano vantaggio con i bloccanti del calcio e i diuretici. Ne consegue quindi l’assoluta necessità di affrontare l’ipertensione con farmaci il più possibile compatibili con le proprie caratteristiche fisiche in modo da ottenere i migliori e possibili risultati.
L’ipertensione arteriosa è una situazione che influenza le condizioni di salute di un soggetto nel lungo termine e, per questo, è importante mentenerla controllata avvalendosi dei farmaci necessari.
ACE inibitori
Aiutano a controllare gli ormoni che influenzano la pressione sanguigna.
Antagonisti del recettore dell’angiotensina (ARB)
Anche questi si occupano di controllare gli ormoni che influenzano la pressione sanguigna.
Antagonisti del calcio
Questi medicinali rendono più flessibili le pareti delle arterie, allargandole in modo da ridurre la pressione sanguigna.
Diuretici tiazidici
A loro il compito di eliminare dall’organismo i liquidi in eccesso riducendo così la pressione sanguigna.
Normalmente si devono assumere più farmaci per abbassare la pressione in quanto ognuno di questi ha una funzione diversa e nessuno di loro è in grado, da solo, di controllare la pressione sanguigna. Infatti quando un medicinale provvede ad abbassare la pressione, l’organismo potrebbe come reazione naturale trovare la capacità di farla salire nuovamente. Ecco che diventa necessario assumere altri medicinali proprio per controllare le possibili reazioni naturali che potrebbero annullare gli effetti benefici di un farmaco.
Questi provvedono ad abbassare la pressione arteriosa bloccando l’effetto ormonale della adrenalina e niradrenalina, rallentando anche la frequenza cardiaca e riducendo l’intensità della forza con cui il sangue viene pompato dal cuore nell’organismo.
Non sono i farmaci più utilizzati per abbassare la pressione arteriosa e, normalmente, vengono somministrati a soggetti la cui pressione sanguigna non è stato possibile abbassarla con le medicine che generalmente sono utilizzate e prescritte per la cura dell’ipertensione.
Di norma vengono somministrati a chi soffre di insufficienza cardiaca e in passato è stato vittima di un infarto, o di un episodio di angina oppure ha problemi relativi all’irregolarità del battito cardiaco.
Per il loro utilizzo è richiesto un controllo medico periodico e un attento monitoraggio dal momento che possono causare una serie di problemi, quali:
- stanchezza, vertigini, nausea
- problemi di sonno
- bassa frequenza cardiaca
- mani e piedi freddi
- diarrea e nausea
- problemi di erezione per gli uomini
- depressione
Pertanto è importante che i farmaci non vengano sostituiti con le erbe mediche che eventualmente, possono essere utilizzate per integrarli, provvedendo però a informare il medico in quanto alcune sostanze naturali possono interagire con quelle dei farmaci convenzionali e risultare, quindi, dannose.
Rispetto ai misuratori di pressione analogici, quelli comunemente usati dal medico e dal personale sanitario, i dispositivi digitali basano la lettura dei valori sul metodo oscillometrico.
Sono estremamente pratici e facili da utilizzare in quanto completamente automatici. sono, inoltre, disponibili in due versioni, da braccio e da polso.
E’ sufficiente avvolgere il bracciale gonfiabile di cui sono dotati questi apparecchi intorno al braccio o al polso e spingere il pulsante di avvio per ottenere, in pochi secondi. la misurazione della propria pressione arteriosa.
Non essendo necessarie conoscenze tecniche la misurazione della pressione con questi misuratori può essere svolta facilmente dallo stesso paziente o da un membro della sua famiglia.
In merito all’accuratezza dei valori della pressione ottenuti con i misuratori automatici, è indispensabile utilizzarli correttamente facendo attenzione che la misurazione avvenga tenendo la parte superiore del braccio o il polso all’altezza del cuore. In ogni caso, periodicamente, è sempre utile confrontare i valori medi rilevati con i misuratori della pressione automatici e quelli analogici utilizzati dal personale sanitario.
Verificare sempre, quando si misura la pressione, che il bracciale del misuratore sia correttamente avvolto intorno al braccio o al polso.
Per maggiore tranquillità effettuare sempre due o tre rilevazioni dei valori, successivamente e a distanza di un minuto l’una dall’altra visto che la prima potrebbe essere poco accurata per eventuale e possibile ansia da misurazione.
Se invece si preferisce o si ha la necessità di utilizzare il misuratore da polso, è essenziale seguire attentamente e scrupolosamente le istruzioni di uso in quanto questo deve essere posizionato a livello del cuore per ottenere una misurazione accurata dei valori della pressione arteriosa.
Una volta che il bracciale regolabile del misuratore di pressione è posizionato attorno alla gamba, si provvede alla misurazione ascoltando l’arteria tibiale o, nel caso del polpaccio, l’arteria polpitea. Si tenga però presente che per quanto la misurazione della pressione arteriosa su un arto inferiore fornisca un valido riferimento, la lettura dei valori non sarà mai, comunque, così accurata come quella ottenuta utilizzando il braccio, che, ai fini della rilevazione, si trova in una posizione privilegiata in quanto posizionato vicino al cuore.
Quando si è a riposo, ovvero seduti, il valore normale della frequenza cardiaca è di 60-90 battiti al minuto. Questo è più elevato se, ad esempio, si è appena bevuto un te piuttosto che un caffè o una coca cola oppure si è appena svolta attività fisica mentre risulta essere inferiore durante la fase del sonno o quando si è completamente sdraiati sul letto e in assoluto riposo.
Esistono farmaci per l’ipertensione che, contemporaneamente, oltre ai valori della pressione riducono anche la frequenza cardiaca. Altri, invece, che somministrati per la prima volta, possono provocare l’abbassamento della pressione sanguigna e contemporaneamente l’innalzamento del battito cardiaco in quanto è normale che quando la pressione arteriosa scende, la frequenza cardiaca aumenti nel tentativo di riportare questa al valore precedente. Quindi, quando si inizia ad assumere un nuovo e diverso farmaco per l’ipertensione, è normale se, per i primi tempi, il cuore batte più velocemente; la frequenza cardiaca tornerà automaticamente alla normalità nel momento in cui il corpo si adatterà ad un livello più basso della pressione sanguigna.
Ginnastica, attività ed esercizi aerobici sono ottimi per il cuore e i vasi sanguigni che in questo modo vengono aiutati a diventare più flessibili ed efficienti.
Il cuore, infatti, nonostante pompi il sangue più velocemente, riesce a fare scorrere il flusso attraverso tutti i muscoli in modo che la pressione arteriosa aumenti in modo limitato.
Ideale, quindi, svolgere attività fisica aerobica che attraverso movimenti ripetuti e ritmici consente il movimento dell’intera massa muscolare e, nel tempo, contribuisce ad abbassare la pressione sanguigna; ottime attività fisiche, sono, ad esempio, il camminare a ritmo sostenuto, il nuoto oppure una sana pedalata in bicicletta.
Per abituare il fisico a sottoporsi ad attività di movimento, niente di meglio che suddividerla in più fasi della giornata (15 minuti per 2 volte oppure 10 per 3 volte) piuttosto che in una unica.
In merito all’attività subacquea se si soffre di ipertensione vi sono alcuni limiti nel praticarla che sono strettamente connessi ai valori della pressione sanguigna e dai farmaci che si assumono. E’ necessario, quindi, prima di effettuare immersioni, effettuare un’attenta visita medica.
Altri sport che comportano rapidi cambiamenti della pressione atmosferica, come ad esempio il paracadutismo, richiedono sempre il parere del medico prima di potere essere svolti.
Tra le virtù del Tai Chi, c’è anche la possibilità di migliorare la salute e il benessere di tutti coloro che soffrono di patologie cardiache, in particolare di ipertensione.
Studi scientifici hanno dimostrato che praticare il Tai Chi permette la diminuzione della pressione sistolica di oltre 9 mm. Hg. e la pressione diastolica di oltre 5 mm. Hg.
L’acido glicirrizico contenuto dalla liquirizia è infatti responsabile per i suoi effetti collaterali dell’ipertensione.
Questa sostanza si trova in tutto ciò che contiene radice di liquirizia o estratto di liquirizia e non è limitato ai dolci. È anche una delle sostanze che compongono il tè, ma anche gli integratori da banco e gli sciroppi o le pastiglie per la tosse che si acquistano in farmacia senza necessità di prescrizione medica.
Quindi, dal momento che gli effetti negativi della liquirizia sulla pressione arteriosa sono testati e documentati scientificamente, se si soffre di ipertensione è opportuno evitare l’assunzione di alimenti e medicine che contengono la liquirizia.
L’ideale sarebbe misurare la pressione due o tre volte nel corso della giornata dopo il loro utilizzo. Se non si rilevano valori discordanti con quelli precedenti all’assunzione, significa che i decongestionanti non hanno provocato effetti collaterali sulla pressione, in caso contrario è opportuno sospenderli e, comunque, in ogni caso, limitarne l’uso strettamente alla effettiva necessità, terminandone la somministrazione appena il raffreddore lo consente.
In questa fase, infatti, il corpo umano rilascia l’adrenalina e la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna sono soggette ad un aumento dei valori.
L’effetto però dura pochi minuti, al termine dei quali tutto ritorna alla normalità.
Gli effetti di lunga durata, ovvero se uno stato di stress continuo, possa o meno provocare effetti diretti sulla pressione, non sono stati dimostrati in quanto l’ipertensione e la cardiopatia colpiscono nella medesima percentuale sia i soggetti che svolgono lavori o attività stressanti che quelli che lavorano esercitando mansioni assolutamente tranquille e, in molti casi, anche in modo sedentario.
Tuttavia lo stress può provocare come conseguenza diretta stili di vita scorretti e diete alimentari in cui risulta evidente la presenza del sale e la carenza di frutta e verdura. In questo caso, indirettamente, l’aumento della pressione arteriosa può essere la conseguenza di una incapacità del soggetto nel sapere affrontare correttamente una situazione di stress.
Se si restringono le arterie, il rischio della formazione di coaguli nel sangue è elevato con la conseguenza di provocare un ictus piuttosto che un infarto.
Ecco perché è consigliabile restare il meno possibile esposti a temperature fredde e, nel caso, provvedere a coprirsi il più possibile.
Una quantità eccessiva di potassio, infatti, può risultare dannosa se si hanno problemi ai reni o in caso di assunzione di medicinali che provocano l’aumento di questa sostanza nel sangue.
In sostanza il migliore modo di assumere il potassio è seguire una dieta sana ed equilibrata.
Una quantità eccessiva di grasso nel corpo umano, infatti, influenza il sistema ormonale ed interferisce con la capacità dei reni di eliminare i liquidi, provocando così un aumento della pressione arteriosa.
Il dimagrimento, influenza notevolmente la diminuzione della pressione sistolica; infatti una perdita di peso di 10 chili può fare abbassare la pressione fino a 5-10 mm. Hg.
E’ particolarmente apprezzato anche per gli effetti benefici che provoca nel trattamento di alcune malattie.
Gli effetti dell’assunzione dello zenzero provocano l’abbassamento della pressione arteriosa.
Non è però una contraddizione sostenere che i soggetti che soffrono di ipertensione devono astenersi dal consumare lo zenzero. La radice di questa pianta, infatti, se consumata regolarmente, ha la capacità di bloccare i canali del calcio, sostanza minerale che influisce sulla pressione sanguigna in quanto provoca l’aumento della forza con cui il sangue scorre nelle arterie e nei vasi sanguigni.
Lo zenzero ha la proprietà di bloccare l’accesso al cuore del calcio così da provocare il rilassamento dei vasi sanguigni ed il conseguente abbassamento della pressione arteriosa. Se si assumono farmaci per l’ipertensione, associarne il consumo periodico di zenzero può incrementare l’aumento del blocco di apporto di calcio al cuore e, di conseguenza, causare un improvviso e pericoloso calo della pressione sanguigna con effetti deleteri per la propria salute.
Se invece non si utilizzano farmaci per l’ipertensione, ma si soffre di pressione alta, previo consulto del medico, si può utilizzare lo zenzero per controllare la pressione.
In caso il medico ne conceda l’autorizzazione, utilizzare sempre quello fresco da preparare in infusione evitando di acquistare i preparati in polvere già pronti all’uso.
Senza assumere integratori, ma mangiando direttamente il pesce la quantità di Omega 3 che si può assumere è notevolmente inferiore, ma, in ogni caso, aiuta a regolare i livelli del colesterolo riducendo, così, i rischi di infarto o ictus.
Ottima, quindi, una dieta che preveda di mangiare il pesce, azzurro e non, almeno 3 volte la settimana.