Molti credono che l‘ipertensione sia provocata da un’eccessiva assunzione di sale; in realtà, i più recenti studi scientifici rivelano che potrebbe trattarsi di uno squilibrio tra l’assunzione di sodio e i livelli del potassio.
E’ stato anche accertato che il sale che viene aggiunto al cibo durante la cottura, oppure a freddo, per quanto nocivo, è sicuramente meno pericoloso dello zucchero presente negli alimenti che si consumano normalmente, in quanto possibile causa di disfunzione del metabolismo, arteriosclerosi e, addirittura, ictus e infarto.
Se si soffre di pressione alta, è importante non trascurare l’assunzione di potassio, in quanto il suo ruolo è strettamente connesso a quello del sodio presente nell’organismo.
Una dieta in cui è presente un alto consumo di sale provoca, inevitabilmente, un aumento della pressione sanguigna mentre una elevata presenza di potassio è determinata dalla cura della ipotensione arteriosa, dato che la sua assunzione favorisce la ritenzione di sodio nell’organismo con un conseguente amento della pressione.
In pratica, quindi, se l’organismo trattiene il sodio, contemporaneamente, elimina una quantità elevata di potassio.
Ecco la ragione per cui se si soffre di pressione alta è importante mantenere i livelli del potassio ai valori normali assumendone 4.000-5.000 mg. al giorno così da prevenire l’ipertensione.
E’ comunque da tenere presente che il potassio consumato nelle quantità indicate sopra previene la condizione di ipertensione indotta da una elevata assunzione di sodio e la possibile carenza di potassio favorisce lo sviluppo della pressione alta solo se si segue un regime alimentare scorretto in cui è previsto un alto contenuto di sodio.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità classifica l’ipertensione come il fattore determinante delle cardiopatie.
Più voci in ambito scientifico supportate da test clinici e studi specifici, suggeriscono di incrementare il consumo di alimenti ricchi di potassio così da ridurre la pressione sanguigna e di conseguenza le patologie cardiovascolari e renali
La carenza di potassio, tecnicamente definita ipopotassiemia, può trasformarsi in una patologia tale da provocare eventi letali.
Vi sono alcuni sintomi che possono rappresentare il segnale di una possibile carenza di potassio e tra questi:
- Senso di affaticamento
- Debolezza muscolare
- Dolori e crampi addominali
- Ritmi cardiaci anormali
- Paralisi muscolare
Virtù e benefici del potassio
Il potassio è un minerale essenziale per l’organismo ed, essendo un elettrolito, ha un ruolo determinante per la pressione sanguigna.
Il ruolo del potassio è quello di bilanciare gli effetti negativi dell’assunzione di sale.
I reni aiutano a controllare la pressione sanguigna verificando la quantità di liquido presente nell’organismo, maggiore è la quantità di questo, più elevata è la pressione arteriosa.
I reni filtrano il sangue e aspirano il liquido in eccesso per poi espellerlo con le urine. Questo processo si basa su un delicato equilibrio tra sodio e potassio, un fattore determinante per le buone condizioni di salute delle cellule dell’organismo;
Assumere il sale significa aumentare la quantità di sodio nel sangue provocando la rottura di questo equilibrio, in quanto si riduce la capacità dei reni di eliminare i liquidi.
Incrementando il consumo alimentare di frutta e verdura è possibile aumentare i livelli di potassio presenti nell’organismo, favorendo il ripristino dell’equilibrio con il sodio.
I reni, così, tornano a funzionare in modo corretto tale da abbassare la pressione sanguigna.
La conferma di questa condizione proviene dalla ricerca scientifica che, a seguito di mirati test clinici, ha verificato quanto una dieta ricca di potassio favorisca livelli di pressione più bassi rispetto alla norma.
Studi clinici hanno dimostrato che sia il citrato di potassio che il cloruro di potassio hanno il medesimo effetto sull’organismo per abbassare la pressione sanguigna. La sola differenza è che il cloruro di potassio deve essere assunto attraverso gli integratori alimentari mentre il citrato di potassio si trova in modo naturale in molti alimenti che, grazie al loro elevato contenuto di questo minerale, possono contribuire in modo determinante a ridurre i livelli della pressione arteriosa.
In particolare questi sono:
- Bietola
- Spinaci
- Broccoli
- Cavoletti di Bruxelles
- Sedano
- Lattuga
- Verdure a foglia verde in generale
- Erbe aromatiche fresche
- Pomodori
- Patate
- Meloni
- Arance
- Albicocche
- Banane
- Melograno
- Pompelmo
- Uva
- Prugne
- Fragole
- Frutta secca senza zuccheri e additivi
- Avocado
- Mirtilli
- Funghi
- Pollo e carni magre
- Salmone
- Yogurt
La presenza dei polifenoli nella frutta ha una influenza positiva tale sulle possibili patologie cardiache che sempre più specialisti ne raccomandano l’assunzione.
Ottimo il succo di melograno perché oltre a contribuire a ridurre i valori della pressione arteriosa, protegge le cellule dall’invecchiamento precoce.
Tra le virtù del melograno, grazie all’abbondante presenza di polifenoli antiossidanti, maggiore anche rispetto al té verde e al vino rosso, vi è anche la capacità di ridurre i rischi di cancro e malattie cardiache.
L’Università della Florida ha effettuato uno studio specifico sulle proprietà benefiche dei polifenoli presenti nella frutta dimostrando che una tazza di succo di mirtilli assunta quotidianamente favorisce il rilassamento delle arterie ed una diminuzione fino a 7-8 mm. Hg. del valore della pressione arteriosa sistolica.
E’ comunque opportuno ricordare che la frutta, nonostante i suoi indiscussi benefici, deve essere assunta nelle dosi corrette e con la necessaria moderazione a causa del suo contenuto di fruttosio.
Benefica anche l’assunzione di yogurt magro che contiene in quantità elevate i probiotici, capaci di ottimizzare il colesterolo ed abbassare i livelli di zucchero nel sangue.